Come creare una Bass-Line

Bassista

di: Andrea Marchetti

La Bass-Line è una delle parti più importanti di una produzione musicale, soprattutto se si parla di musica elettronica e suoi derivati, essa infatti costituisce, assieme alla parte percussiva (batterie, percussioni ecc…), la spina dorsale di un brano, e risulta essenziale per la sensazione generale percepita dal pubblico in ascolto.

Possiamo quindi considerare la linea di basso come un elemento essenziale della sezione ritmica in quanto contiene un sacco di informazioni: come il tempo, la chiave (maggiore o minore), lo stile musicale, l’atteggiamento: è tutto racchiuso al suo interno. Questo è il motivo per cui è così importante scegliere attentamente come realizzare la nostra linea di basso.

Ogni genere musicale ha le sue caratteristiche, ad esempio: il Reggae ha linee di basso e suoni molto particolari, lo stesso vale per la drum & bass, ecc…; tuttavia, ci sono alcune regole generali su come scrivere una linea di basso che possono tornare particolarmente utili quando si è alle prese con questo compito; e come al solito, una volta che si conoscono le regole, le regole esistono per essere infrante, (molti generi musicali sono nati proprio così – N.D.R.) a patto che il risultato funzioni musicalmente.

Cominciamo con il considerare la scelta di note suonate dal basso, come regola generale, il ruolo musicale del basso è quello di supportare una sequenza di accordi o una melodia, perciò per la maggior parte del tempo, questo, suonerà una nota presente all’interno dell’accordo, che sta appunto sostenendo, in particolare la nota che da il nome all’accordo in questione, in gergo questa nota è chiamata tonica. Facciamo un esempio:

supponiamo di suonare il giro di accordi C/Dm/F/G , di conseguenza le toniche (note singole) suonate dal basso saranno C/D/F/G. La differenza sta appunto che i primi sono degli accordi (suonati con una chitarra, un piano ecc…) e i secondi sono singole note, suonate appunto dal basso.

Quindi per fare una buona linea di basso è sufficiente suonare la tonica?

Suonando esclusivamente la tonica quello che si ottiene è un rafforzamento della nota fondamentale, e quindi un suono dell’accordo molto più potente, forte e deciso; tuttavia, una linea di basso composta solo da toniche risulterebbe molto semplice e soprattutto in alcuni casi un po “noiosa”  (in alcuni generi musicali) da ascoltare alla lunga, e non produrrebbe un gran coinvolgimento di chi ascolta.

Proviamo quindi a “giocare” mantenendo una nota di basso, mentre gli accordi della canzone cambiano, senza passare alla tonica del nuovo accordo. Consideriamo questa progressione di accordi: C/F/Am/G, sui quali andiamo a suonare le seguenti note di basso: C/C/C/C.

Provando la sequenza appena detta con un pianoforte e associandovi la corrispondente linea di basso si noterà un movimento del brano molto minore rispetto al caso in cui suonavamo le toniche (questo è inevitabile in quanto stiamo suonando sempre la stessa nota) però soffermando la nostra attenzione sull’ultimo accordo, suonando un Do su un accordo di Sol si otterrà un effetto piuttosto particolare, noterete infatti che la nota C appare in tutti gli accordi della sequenza: Do maggiore, Fa maggiore e La minore, ma non appare nell’accordo Sol maggiore.

Pur non essendo presente nell’accordo di G, la nota di basso C si sente ancora bene, e il risultato globale un aspetto piuttosto diverso rispetto a quello che sabbiamo ottenuto in precedenza suonando la tonica: questo è un modo molto semplice per rendere le cose più interessanti senza complicare esageratamente la situazione.

Utilizzare le note di basso che non compaiono nell’accordo può quindi essere un modo interessante di vivacizzare una sequenza, ma è bene ricordare che questa tecnica funziona davvero solo se usata con parsimonia. Nell’esempio che abbiamo portato infatti questo metodo è stato utilizzato solo per una battuta, utilizzarlo per ogni singolo accordo porterebbe inevitabilmente alla creazione di un senso di ‘instabilità’.

E per quello che riguarda i suoni?

Roger-Powell Bob-Moog 1974 Radio-City-Music-Hall

Il discorso sulle timbriche da utilizzare nelle nostre produzioni è sempre molto soggettivo, eccetto alcune linee guida che si possono seguire per rientrare in un genere piuttosto che un’altro, si lascia molto alla fantasia del produttore.

Lo stesso discorso vale anche per quello che riguarda le tipologie di strumenti da utilizzare per suonare la linea di basso, si possono utilizzare strumenti veri (contrabbassi, bassi elettrici o acustici), sintetizzatori analogici, sintetizzatori digitali, virtual instruments e in generale qualsiasi “oggetto” che può generare note gravi, anche soffiare dentro la bottiglia del vino se vi piace come suona 😀

Riportiamo qui in seguito alcuni esempi dei suoni di basso relativi a diversi generi musicali:

Genere Caratteristiche
Deep House Basso caldo e molto profondo
Elektro Basso pungente o acido
Dubstep Basso simile al genere Elektro ma più deciso e aggressivo
Techno/Progressive Basso sintetico e generalmente suonato in levare
Lounge/Chill-Out Basso molto morbido e no troppo ricco di alte frequenze

Ovviamente questa guida si presuppone di dare qualche fondamento dal quale partire per comporre una Bass-Line abbastanza corretta, comunque anche in questo caso…come ormai abbiamo imparato a conoscere nel corso delle nostre guide, la sperimentazione è tutto!! E poi…quanto è bello “smanettare” con tutte le varie regolazioni trovando finalmente il suono che stavamo cercando?

Ciao da Ableton Universe 😀

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