Flanger, com’è fatto? E come funziona?

Ableton Flanger

di: Andrea Marchetti

Il Flanger è uno degli effetti più utilizzati dai musicisti, non solo dai DJ nei generi elettronici, ma anche da chitarristi, tastieristi ecc…, che utilizzano questo effetto per dare un tocco in più alle loro performance, soprattutto su assoli, o comunque tutte quelle parti dove c’è una predominanza del loro strumento strumento sugli altri.

Come è fatto un Flanger?

Nonostante i suoi molteplici usi, il Flanger è un effetto musicale elettronico molto semplice, esso infatti viene realizzato nella sua forma più “basica” esclusivamente mediante l’utilizzo di una linea di ritardo (cioè un Delay N.D.R.) che ammetta tempi abbastanza elevati, dell’ordine qualche decina di millisecondi per intenderci. A questo punto il segnale ritardato viene miscelato in uscita con il segnale originale dando luogo a somme e cancellazioni di frequenze che si trovano in fase  o in opposizione di fase sul segnale originale, cioè il classico effetto Comb-Filter (o filtro a pettine).

Analizzando il suono suono in uscita con un’analizzatore di spettro (immagine qui sotto) noteremo infatti che questo presenta un’alternanza di picchi di risonanza e punti in cui il segnale audio viene attenuato, da qui il nome caratteristico di filtro a pettine.

Comb Flter Example

Facciamo un passo in più…aggiungiamo al nostro “Flanger basico” un LFO (oscillatore a bassa frequenza) che moduli ciclicamente il tempo di ritardo del delay con periodo molto lungo (diciamo circa sotto il secondo), questo consente al Flanger di prendere il suo caratteristico effetto simile al passaggio di un aereo Jet.

Introducendo ulteriormente una certa percentuale di retroazione (feedback) sulla linea di ritardo, si ottiene il Flanger nella sua completezza. Visti i tempi molto lunghi impiegati, mediante l’introduzione del feedback si andrà a generare un aumento del fattore Q nei picchi di risonanza, il quale porterà a un  progressivo raggiungimento dell’effetto Larsen, man mano che la quantità di feedback aumenta. In queste condizioni, il suono che si otterrà dal Flanger risulterà molto filtrato e soprattutto tendenzialmente metallico a causa dei picchi risonanti molto selettivi.

Vediamo quindi uno schema complessivo di un Flanger Stereo:

Flanger block diagram

Notare che in questo caso, la componentistica è raddoppiata perchè si stanno trattando due segnali Left e Right, eccetto per l’oscillatore a bassa frequenza LFO che è unico in quanto deve modulare il ritardo con la stessa cadenza, altrimenti utilizzando due LFO potrebbe esserci il rischio che questi non siano perfettamente sincronizzati portando ad avere effetti diversi sui due canali.

Vediamo come tutto ciò si ritrova sul Flanger presente in Ableton Live:

Ableton Flanger

Ecco come si presenta il Flanger che troviamo integrato tra gli effetti di live (menu “Dispositivi di Live / Audio Effects”), notiamo subito la suddivisione in quattro sezioni dove troviamo (da sinistra verso destra): il controllo Dry/Wet per il bilanciamento tra l’uscita processata e quella originale, e un filtro passa alto in ingresso al Flanger; poi troviamo la parte che rappresenta il cuore dell’effetto, cioè la sezione di ritardo del segnale, modificabile in Delay Time e Feedback; proseguendo verso destra troviamo i controlli di inviluppo espressi in Attacco e Rilascio, questi regolano il grado di influenza dell’ampiezza del segnale in ingresso sul tempo di ritardo del Flanger; infine la classica sezione di LFO che ritroviamo integrata in diversi dispositivi di Live, dove abbiamo la scelta della forma d’onda, la quantità di modulazione dell’LFO, la velocità dell’oscillatore esprimibile in Hz o in sincrono con la battuta, e il controllo di fase.

Il Flanger si può utilizzare su qualsiasi genere musicale, a patto che a voi piaccia l’effetto ottenuto, (sperimentare, è questo il bello della musica), generalmente si evita di utilizzarlo in quei casi in cui il contenuto armonico che vi si pone in ingresso è piuttosto scarso, ad esempio su un suono di Synth con un’onda sinusoidale o una triangolare filtrata, perchè il suo contributo sarebbe veramente molto modesto, e praticamente inutile.

Lo strumento dispone già di diversi preset da utilizzare o da cui partire per creare il nostro effetto personalizzato…la sperimentazione è tutto 🙂

Ciao da Ableton Universe 😀

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